mardi, août 26, 2008

Breizh da viken! _ dedicato a un popolo che lotta

La Bretagna è una delle più grandi regioni d’Europa. laddove avere una dimensione europea significa giocare un ruolo preciso nel contesto internazionale, e disporre, oltre che di una personalità geografica, di un’identità storica e culturale riconosciuta fuori delle frontiere nazionali.
La Bretagna è la più importante regione agricola di Francia e vanta il primato per quanto concerne l’allevamento intensivo di capi bovini e suini, detenendo inoltre il primato nelle attivtà legate alla pesca ed all’acquacultura.
Forte della sua posizione geografica, rinomata per l’estensione e la varietà delle sue coste, la penisola armoricana attira ogni anno milioni di turisti stranieri.

La storia della nazione bretone si perde nella notte dei tempi.
Densamente abitata già nel Neolitico, periodo del quale conserva importanti testimonianze archeologiche (famosi in tutto il mondo sono gli allineamenti megalitici di Carnac e la grande quantità di dolmen e tumuli funerari i più antichi dei quali risalenti al 4.500 a.C.), nell’anno 957, la Bretagna costituiva una Stato indipendente e tale rimase sino al 1532, quando venne unita al regno di Francia.
Nel 1790 il territorio bretone venne diviso in 5 dipartimenti.

Il 30 giugno 1941, meno di un anno dopo la disfatta francese ad opera delle armate tedesche, il Maresciallo Pétain, capo del governo fantoccio di Vichy, emanò un decreto che separava Nantes , la vecchia capitale del ducato di Bretagna, dal resto della regione.

E' trascorso più di mezzo secolo e nessun governo ha avuto il coraggio di riparare a questa vecchia ingiustizia. c'è da credere alle parole di Jean-Yves Cozan, vice presidente del Consiglio regionale di Bretagna, quando dichiara che la riunificazione della Loira-Atlantica alla madrepatria avrebbe determinato un tale aumento della potenza economica, sociale e politica della regione da eguagliare territori d’Europa quali la Baviera, la Catalogna o la Scozia e, di conseguenza, rafforzare il già forte spirito autonomista, per non dire nazionalista, della popolazione della grande penisola.
Ad oggi, nessun raggruppamento politico francese ha inserito nel proprio programma la riunificazione bretone.

Yann Le Bars, esponente del Partito per l’Organizzazione di una Bretagna Libera riassume così le rivendicazioni che il suo movimento oppone al governo francese.
"La Bretagna è una comunità etnica che vanta 11 secoli di storia. I Bretoni, appartenenti al grande ceppo dei popoli celtici, hanno un retaggio linguistico e culturale comune ai fratelli irlandesi, gallesi e scozzesi e riteniamo abbiano il diritto di gestire in proprio il loro avvenire collettivo, il loro futuro. Lungo il cammino di questa rinascita dell’identità politica bretone, vi è un solo ostacolo: il potere francese, centralizzatore e funzionalmente anti-democratico".
Parole dure, ma sostenute da prove inconfutabili.

"L’eredità giacobina", prosegue Le Bars, "è dura a morire. Lo stato francese continua a perseguire una politica di esclusione delle lingue e delle culture minoritarie. Per questo motivo abbiamo chiesto e continueremo a chiedere a tutte le forze politiche che si adoperino affinchè venga modificato l’articolo 2 della Costituzione che esclude ogni lingua che non sia quella dello stato. Non solo, abbiamo organizzato manifestazioni in tutta la Bretagna per far conoscere e diffondere il Manifesto per la Giustizia del Popolo Bretone, attraverso il quale noi chiediamo a Parigi di ratificare immediatamente la Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie, di garantire l’insegnamento del bretone nelle nostre scuole pubbliche, di riconoscere dignità di diritto giuridico alle scuole Diwan (istituti scolastici sperimentali in cui l’insegnamento si svolge esclusivamente in lingua bretone). Riteniamo che queste siano rivendicazioni fondamentali e il governo dovrebbe riflettere a fondo prima di sancire definitivamente una frattura, peraltro già ben incamminata, tra il paese reale ed i suoi dirigenti, come ha dimostrato l’astensione massiccia alle ultime elezioni regionali e cantonali.
La democrazia è molto malata quando i cittadini, di fronte all’indifferenza degli stati, non possono ricorrere ad altro che alle manifestazioni di strada per far rispettare la giustizia e i diritti umani più elementari".

L’identità bretone non è mai mancata. Il legame con gli altri popoli di lingua e cultura celtica non è mai venuto meno.

Ogni anno, nel mese di agosto, a Lorient si svolge il Festival Interceltico.
Rappresentanti di Scozia, Irlanda, Cornovaglia, Galles e Galizia spagnola si ritrovano insieme per festeggiare le comuni origini in uno scenario di amicizia, musica e gioia di stare insieme. Il suono melodioso e suggestivo delle cornamuse stringe in un unico abbraccio questi popoli uniti anche e, soprattutto, da un irrefrenabile desiderio di libertà, un sentimento che fu ben espresso in versi dal poeta e cantore Glenmor, un uomo che dedicò l’intera vita a rafforzare nei Bretoni la coscienza della propria identità:

Ma n’eus mui den
Da ganan war ar menez
Ma n’eus den ken
Da lenvan war e leve
Piv a nac’ho, piv a stourmo
Evit Breizh-Izel
Piv a stourmo, piv a nac’ho
Chadenn Breizh-Izel

Se non si trova più nessuno
per cantare sulla montagna
Se non si trova più un sol uomo
per piangere sul suo passato
Chi si alzerà, chi si batterà
per la Bretagna
chi lotterà, chi spezzerà
le catene della Bretagna

Ho trovato queste notizie su un sito, Occitania Viva, e molte risalgono al 1999.
Nantes ad oggi è il capoluogo della regione della Loira, ma fa parte della "Bretagna storica". la questione dell'appartenenza amministrativa di Nantes, e anche di tutta la Loira atlantica, alla regione Bretagna è ancora regolarmente oggetto di dibattiti appassionati.
A rennes in molte strade a piazze ci sono i doppi cartelli, in lingua francese e in lingua bretone, e l'indipendentismo è ancora vivo e sentito, ma sempre e solo a livello di manifestazioni di piazza, e voce del popolo.

mercredi, août 20, 2008

perpetuamente vo pellegrina

De ta tige détachée
pauvre feuille desséchée,
où vas-tu? - Je n'en sais rien
l'orage a brisé le chêne
qui seul était mon soutien
de son inconstante haleine,
le zéphir ou l'aquilon
depuis ce jour me promène
de la forêt à la plaine,
de la montagne au vallon;
je vais où le vent me mène
sans me plaindre ou m'effrayer
je vais où vas toute chose,
où vas la feuille de rose
et la feuille de laurier.

oggi è entrato un soffio di vento in ufficio, ho pensato di salirci a cavallo e andare via con lui. partire. per dove? non lo so, non mi interessa. quando sono con qualcuno e passa un aereo sopra le nostre teste, chiedo sempre la stessa cosa: cosa pensi quando vedi passare un aereo? io dacchè sono piccola ho lo stesso pensiero in testa..."vorrei esserci sopra". dove va è secondario.

mardi, août 05, 2008

summertime

E' arrivata l'estate. io me ne sono accorta ieri, quando M mi ha detto "l'estate è finita".
come può essere finita se è appena iniziata? mi sa che non è l'unica cosa che ho realizzato esserci per davvero nel momento stesso della sua fine...prendiamo l'erasmus, per esempio. e mille altre cose. e sì che mi ritengo una persona attenta, curiosa, osservatrice, acuta, persino perspicace a volte. mi starò perdendo in qualche strano meandro? certo è che mentre ero a tegge, dopo essere salita a fatica su un ballone di fieno, ho respirato l'estate di quando ero bambina, di quando facevamo le feste di ferragosto e stavamo tutto il giorno tutti i giorni tra il portico a giocare a magic -quanto mi ero fatta bella e viola nei panni dell'elfo ayleena- nel rustico a giocare a calcetto, sul muretto ad aspettare i nostri amori. è uno dei miei angoli di paradiso.
vorrei essere là, invece mi ritrovo in mezzo alle strade asfaltate, sono inquieta, mi sento nel marasma, ho paura. vorrei che qualcuno da fuori mi dicesse cosa devo fare e come fare cosa, per rifiutare il consiglio e capire invece che posso farcela da sola, trovare da sola una risposta alla mia inquietudine, alla mia fame che non sa essere saziata.
sono dispersiva, nervosa, prolissa, barocca, troppo loquace, cinica e romantica, sognatrice, non mi pulisco i baffi di latte dopo aver bevuto dal bicchiere, volubile, tenace, all'antica, curiosa, macino chilometri a piedi senza meta e senza apparente ragione, cammino sui cordoli, amo il gelato fragola e cioccolato, mi piace camminare scalza, adoro dirty dancing, ho un cassetto pieno di sogni, voglio fare la pattinatrice e la logopedista, non voglio smettere di chiedermi cosa voglio fare da grande.

l'incontro

Stavolta devo fare uno strappo alla regola, e mettere un nome per esteso, anzi addirittura due.
Ho conosciuto Esvaso, Gigi. l'ho conosciuto in carne ed ossa intendo, me lo sono trovata davanti con quegli occhiali scuri sotto i quali si intuiva quello sguardo sicuro di chi sa, di chi conosce più cose del suo interlocutore. infatti io non avevo la minima idea di chi fosse mentre si sedeva al mio tavolo sabato pomeriggio, avevo solo un sospetto, ma per nulla vago. confermato da un accenno di sorriso, come se ci conoscessimo da sempre.
non mi ero mai immaginata come potesse essere incontrarlo di persona, ed eccolo lì, che mi parla della mia mostra senza presentarsi. innaturale presentarsi con qualcuno che già si conosce, no? infatti, allora facciamo due chiacchiere. grazie di nuovo gigi, grazie per aver reso il nostro incontro un'altra delle piccole cose per cui vale la pena di vivere.
io adoro Bedonia, adoro l'aperitivo con F, la sigaretta che fumiamo insieme. adoro le sorprese.

Vita da blogger